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martedì 3 aprile 2012

Aumenta la disoccupazione a salvarci è il tempo indeterminato

Rispetto al mese scorso la disoccupazione è aumentata dell'1,9% e si attesta al 9.3%: mai così alta dal 2004. Diminuisce il lavoro full-time e anche gli stranieri soffrono. Irruzione dei precari dell'Istat in sala stampa                           

Colpo di teatro non male e del tutto "in tono" per i precari dell'Istat, che stamattina hanno fatto irruzione nella sala stampa dell'Istituto di statistica italiano dove i giornalisti aspettavano la presentazione dei dati sull'occupazione. Dati piuttosto negativi, visto che a febbraio la disoccupazione è aumentata di quasi due punti percentuali. E se anche l'occupazione rimane stabile su base annua, si scopre che i punti di forza sono rappresentati da "pilastri" che si stanno lentamente consumando: uno è quello degli stranieri, che però registrano un tasso di occupazione in calo, l'altro è quello degli over 55 con contratti a tempo indeterminato la cui occupazione è aumentata. Ma il lavoro full-time nel nostro paese diminuisce, soprattutto tra i giovani che - di nuovo - registrano il tasso di disoccupazione più grave: 31,9% tra i 15-24 anni.
 
Quello a tempo indeterminato è un tipo di cotratto che - come è noto - il governo è intento a prendere  a picconate con l'assenso di tutte le forze politiche, stra-convinte che sia esattamente questo modello a determinare la "sconfitta" dell'Italia sul piano degli investimenti internazionali. E che, come rivelano i dati, è già ora sotto attacco: secondo il rapporto presentato stamattina, infatti, sono proprio i contratti dipendenti a tempo indeterminato e quelli autonomi full-time che calano drammaticamente. Mentre aumenta il lavoro "part-time", ma è "involontario", dice l'Istat.
 
-0,1% rispetto a gennaio 2012
 
L'Istat ha presentato i suoi dati provvisori per il febbraio 2012. Il mese scorso gli occupati sono stati 22.918 mila, in diminuzione dello 0,1% (-29 mila unità) rispetto a gennaio. Un calo che, specifica l'istituto di statistica "riguarda la sola componente femminile". Questa diminuzione in rosa, però, sarebbe smentita sui dati tendenziali annuali, dove l'occupazione femminile registrerebbe invece un aumento. Nel confronto con il febbraio del 2011 precedente l'occupazione segna un aumento dello 0,1% (16 mila unità).
 
Il tasso di occupazione si attesta al 56,9%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale e in aumento 0,1 punti in termini tendenziali.
 
Disoccupazione al 9,3%
Comunque, una cosa è certa: ad aumentare è il numero assoluto di disoccupati, che è pari a  2.354 mila persone. In termini percentauli il tasso di disoccupazione è del 9,3%: si confemra come il livello più alto - almeno dall'inizio delle serie storiche dell'Istat nel 2004. Se si guarda oltre le serie mensili per fare un confronto esteso alle serie trimestrali, il tasso è il più alto dal quarto trimestre del 2000. Su base annua il numero di disoccupati aumenta del 16,6% (335 mila unità). L'allargamento dell'area della disoccupazione riguarda sia gli uomini sia le donne.
 
I punti di forza
 
Se una conferma del calo dell'occupazione "globale" certo non è una bella notizia, la brutta notizia però sta nel fatto che il "sistema Italia" continua a generare disoccupati tra i più giovani: il tasso di disoccupazione dei 15-24enni infatti è pari al 31,9%, con un aumento di 0,9 punti percentuali rispetto a gennaio e di 4,1 punti su base annua.
 
Parzialissima buona notizia: diminuisce il tasso di inattività. Gli inattivi tra 15 e 64 anni, infatti, diminuiscono dello 0,2% rispetto al mese precedente. In confronto a gennaio, il tasso di inattività risulta in diminuzione di 0,1 punti e si attesta al 37,2%.
 
Andando a guardare i dati più da vicino, si scopre che per ora i "punti di forza" (ma anch'essi in via di consuzione) dei dati dell'occupazione italiana sono rappresentati dagli stranieri (la cui occupazione va però calando) e dalle persone over 55 che hano quasi tutte un contratto a tempo indeterminato.
 
Nel dettaglio
Preoccupa e sono sempre dati "depressivi", invece, l'occupazione che riguarda i giovani. "Nel quarto trimestre 2011 il numero degli occupati cresce in termini tendenziali dello 0,1% (+18.000 unità). La contenuta variazione positiva sintetizza, da un lato, il nuovo incremento degli stranieri e l'aumento dell'occupazione degli italiani con almeno 55 anni e, dall'altro, la persistente discesa del numero dei giovani occupati - rileva l'Istat - Al calo dell'occupazione italiana rispetto a un anno prima (-98.000 unità) si associa il significativo sviluppo di quella straniera (+116.000 unità). Tuttavia, mentre il tasso di occupazione degli italiani rimane stabile su base annua al 56,5%, quello degli stranieri è in ulteriore significativa riduzione: dal 62,1 del quarto trimestre 2010 al 60,8%».
 
A salvarci sono gli over 55 che hanno guadagnato contratti a tempo indeterminato: «L'aumento dell'occupazione italiana più adulta (+164.000 unità, nella classe con almeno 55 anni), soprattutto di quella a tempo indeterminato - dice l'Istat - si contrappone al persistente calo su base annua di quella più giovane (-253.000 unità, nella classe fino a 34 anni). Gli occupati a tempo pieno tornano a ridursi (-0,8%, pari a -148.000 unità). La flessione tendenziale riguarda l'occupazione dipendente a carattere permanente e, soprattutto, quella autonoma full-time, e coinvolge in misura più accentuata le costruzioni, il commercio e l'agricoltura. Gli occupati a tempo parziale continuano a crescere (+4,7%, pari a 166.000 unità), ma si tratta, ancora una volta, di part-time involontario», continua l'Istat.
 
L'industria bene se grande
 
E per quanto riguarda i comparti produttivi? «L'industria in senso stretto prosegue il recupero avviatosi nel primo trimestre 2011, registrando un incremento tendenziale del 2% (+92.000 unità), concentrato nelle imprese di medie e grandi dimensioni. Per il quinto trimestre consecutivo si conferma il calo tendenziale degli occupati nelle costruzioni (-8%, pari a -154.000 unità). Il terziario registra una variazione positiva (+0,8%, pari a 125.000 unità), diffusa nelle posizioni lavorative dipendenti e autonome».
 
I precari dell'Istat

E per quanto riguarda i precari dell'Istat? Il loro problema - anche se le agenzie di tampa non hanno dato molto spazio alle loro rivendicazioni - è che sono 419 persone tra tecnici e ricercatori assunti a tempo determinato ma dopo aver passato un concorso del tutto uguale a quello superato da chi viene assunto. Per loro, invece, il rischio è il licenziamento.

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